Pulizia degli impianti dentali: perché rimuovere la placca batterica?
L’accumulo di placca batterica intorno agli impianti dentali può determinare l’insorgenza di infiammazione dei tessuti circostanti, così come avviene per i denti naturali. Quindi è molto importante avere una pulizia rigorosa degli impianti dentali, per mantenerli in salute del tempo.
Questa infiammazione si manifesta inizialmente con sanguinamento, gonfiore e, nelle fasi avanzate, con la formazione di tasche attorno agli impianti, a seguito della perdita dell’osso circostante.
Cos’è la perimplantite?
L’infiammazione superficiale dei tessuti molli intorno all’impianto viene chiamata mucosite, reversibile a seguito della rimozione della placca batterica. L’infiammazione più profonda, che coinvolge anche l’osso intorno all’impianto, si chiama perimplantite. Se non identificata e trattata precocemente, può ulteriormente progredire in profondità, fino a condurre alla perdita dell’impianto.
Come pulire gli impianti dentali?
Per il mantenimento e la pulizia degli impianti nel lungo periodo è fondamentale eseguire quotidianamente la rimozione della placca batterica, utilizzando spazzolini, fili e/o scovolini, secondo le istruzioni personalizzate che l’odontoiatra, o l’igienista dentale, deve fornire al paziente, una volta effettuato il posizionamento delle corone sugli impianti.
È inoltre importante eseguire regolari controlli e sedute di igiene orale professionale: la frequenza di questi appuntamenti non è uguale per tutti i pazienti, ma viene stabilita dall’odontoiatra o l’igienista dentale in relazione alle caratteristiche proprie di ciascuno (per esempio, a seconda della capacità di rimuovere efficacemente la placca nell’ambito dello svolgimento delle manovre di igiene orale domiciliare; della predisposizione alla malattia parodontale e della presenza di fattori di rischio, quali il diabete non compensato).
L’importanza delle visite di controllo
I controlli sono assolutamente necessari per evitare che nel tempo si sviluppi patologia perimplantare, cioè mucosite e perimplantite.
Purtroppo quasi 1 impianto su 2 manifesta questa infiammazione con il passare del tempo, soprattutto se il paziente ha una storia di parodontite.
Anche chi prima di posizionare un impianto non ha mai sofferto di parodontite può tuttavia incorrere in questo spiacevole riscontro clinico. Le patologie perimplantari sono subdole e spesso danno segno di sé solo quando ormai è presente un danno anche a livello del tessuto osseo che accoglie l’impianto. Proprio per questo motivo è opportuno farsi controllare una volta ogni sei mesi da un Odontoiatra e dall’igienista dentale. Queste due figure professionali sono infatti in grado di intercettare i segnali precoci di infiammazione, analizzando i quali si è ancora in tempo a evitare che la patologia diventi particolarmente grave.
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