La parodontite è una malattia cronica molto comune. Le caratteristiche di cronicità fanno sì che uno degli aspetti principali sia il controllo dei fattori di rischio nel tempo. La nuova classificazione delle malattie parodontali ha stabilito i criteri per definire lo stato di salute e di malattia e ha sviluppato tre gradi per identificare la probabilità di rischio di progressione. Un paziente con la malattia che viene risanato e risolve la problematica infettiva si pone spesso i seguenti quesiti:
Esiste la recidiva della parodontite?
Si esiste, tanto è vero che in una versione precedente di classificazione esisteva la parodontite ricorrente (o recidivante). Per recidiva si intende una riattivazione della malattia in un soggetto che ha avuto precedentemente una cura parodontale con la quale aveva risolto la problematica infettiva. E’ importante considerare che un soggetto trattato per la malattia parodontale possiede a livello individuale una suscettibilità aumentata per l’insorgenza e lo sviluppo dei principali segni patologici.
Cosa bisogna fare per ridurre il rischio di recidiva della parodontite?
Il paziente trattato con successo, che per definizione è colui che ha una storia di malattia parodontale ed è stato risanato, deve aderire ad uno scrupoloso programma di mantenimento che prende il nome di terapia di supporto. Questa consiste in sedute ambulatoriali a cadenza periodica (variabile a seconda dei casi dai 3 ai 6 mesi) in cui vengono verificati gli indici infiammatori (Indice di placca e indice di sanguinamento), vengono rimossi i depositi di placca e tartaro ed il paziente è sottoposto ad un constante monitoraggio dei principali parametri parodontali (profondità di sondaggio, entità delle recessioni gengivali, livello di attacco clinico). Il professionista inoltre potrà supportare e motivare il paziente all’atteggiamento comportamentale corretto in termini di stile di vita (buon controllo di placca domiciliare, astensione dal fumo, controllo della salute sistemica) per garantire un adeguato controllo dei fattori di rischio nel tempo.La terapia di supporto sarà periodicamente accompagnata da indagini diagnostiche radiografiche (radiografie endorali) e approfondimenti individuali a seconda dei casi. Questo approccio terapeutico identifica la prevenzione secondaria delle parodontiti, che è quell’insieme di misure per evitare la recidiva e la conseguente riattivazione della malattia.
Cosa succede nel caso di recidiva?
Nel caso si assista ad una recidiva e ad un danno parodontale conseguente, è molto importante la diagnosi precoce ed un intervento tempestivo. Nel caso siano ristabilite le adeguate condizioni infiammatorie è opportuno avere un approccio molto rigoroso e ristabilire una terapia di supporto regolare ed efficiente.
Alla luce delle caratteristiche multifattoriali della malattia parodontale e della cronicità della stessa, per avere successo nel medio-lungo periodo, è fondamentale un approccio scrupoloso e validato dalla letteratura scientifica attraverso l’istituzione di una terapia di supporto. Il paziente con una storia di parodontite ha una sua intrinseca aumentata vulnerabilità, quindi per evitare l’insorgenza delle recidive deve essere monitorato con attenzione e deve seguire comportamenti idonei e veri e propri stili di vita corretti.
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