Una recente indagine realizzata dall’Istituto Key-Stone in collaborazione con SIdP (Società Italiana di Implantologia e Parodontologia) su 313 studi dentistici, evidenzia una forte sensibilità da parte degli studi intervistati rispetto agli approfondimenti in fase anamnestica (ovvero la raccolta di informazioni e sintomi del paziente) che aiutano l’odontoiatra circa possibili patologie sistemiche nel paziente e in particolare sulla malattia diabetica.
Come si comportano gli odontoiatri durante l’anamnesi?
Dai 313 studi dentistici intervistati è emerso che in fase di acquisizione dell’anamnesi del paziente:
- il 52% utilizza questionari specifici per la valutazione del rischio di patologie sistemiche;
- il 69% approfondisce aspetti relativi alla situazione glicemica;
- il 64% approfondisce la familiarità della malattia diabetica;
- il 34% valuta condizioni di possibile prediabete e le segnala al paziente;
- il 24% richiede esami ematochimici, in particolare per ciò che riguarda la situazione della glicemica.
Dei dati che attestano una già forte sensibilità, che si dimostra di gran lunga superiore per gli studi che si dichiarano particolarmente orientati alle terapie parodontali. Infatti, per circa 3 centri su 4 di questo tipo, queste fasi anamnestiche rappresentano ormai una routine.
Di grande rilevanza anche il fatto che 1 dentista su 5, in caso di necessità, si confronti direttamente con il medico curante del paziente.
Diabete e parodontite: un legame a doppio filo
Questo tipo di attenzione per le malattie sistemiche da parte dell’odontoiatra è fondamentale per identificare i soggetti diabetici (o a rischio diabete) per poter prevenire e monitorare lo sviluppo della parodontite. Allo stesso tempo, riconoscere e intervenire per tempo sulla malattia parodontale può ridurre significativamente i problemi legati al diabete e aiutare chi ne soffre a mantenere i livelli glicemici sotto controllo.
Il diabete e la parodontite, malattia cronica che determina la distruzione dei tessuti che circondano i denti, sono infatti strettamente collegati tra loro. Si tratta di un legame bidirezionale: il diabete aumenta il rischio di parodontite e viceversa. Inoltre, il rischio per un soggetto diabetico di sviluppare la parodontite è stimato essere tra due e tre volte più alto rispetto a quello di un soggetto non diabetico.
Grazie a una metodica di lavoro condivisa per diabetologi e odontoiatri è possibile portare alla diminuzione delle forme gravi delle due patologie e prevenirne l’evoluzione. Questo mostra la grande importanza del lavoro dell’odontoiatra, che non cura solamente la nostra bocca, ma lavora a beneficio della nostra salute generale.
Documento congiunto (SIdP, SID, AMD)
SIdP, SID (Società italiana di Diabetologia) e AMD (Associazione Medici Diabetologi) hanno elaborato un documento congiunto per creare una metodologia di lavoro condivisa, in cui:
- viene spiegata la correlazione scientificamente provata tra diabete e parodontite;
- vengono proposti degli algoritmi comportamentali per l’odontoiatra e lo specialista diabetologo da attuare quando uno dei due professionisti intercetta una delle due patologie;
- viene evidenziato il grande valore aggiunto della possibile gestione comune di parodontite e di diabete.
L’obiettivo di questo protocollo è quello di portare alla diminuzione di forme gravi di diabete e parodontite e di prevenire l’evoluzione e, se possibile, l’insorgenza delle due malattie.
Decalogo di igiene orale domiciliare in caso di diabete
Questo decalogo è stato realizzato dalla SIdP a beneficio dei soggetti diabetici, per rendere efficienti ed efficaci le manovre di igiene orale domiciliare, importantissime in caso di malattia diabetica.
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