Il sondaggio parodontale rappresenta la procedura più diffusa e più affidabile per diagnosticare le malattie gengivali e, in particolare, la parodontite. L’esame va effettuato con l’ausilio di uno strumento metallico che presenta una scala millimetrica calibrata (sonda parodontale millimetrata) e permette al clinico di misurare l’entità e l’estensione dell’infiammazione gengivale e parodontale presente nella bocca, attraverso parametri specifici.
Come si effettua il sondaggio parodontale?
Il sondaggio parodontale viene effettuato dal professionista durante la prima visita in studio facendo scorrere la sonda parodontale lungo il solco gengivale di ogni dente, generalmente in sei punti, per misurare la profondità delle tasche parodontali, cioè lo spazio presente tra la gengiva e il dente. Se profonda, la tasca parodontale costituisce una nicchia popolata da batteri, pericolosi per la salute dei tessuti di sostegno dei denti (gengiva e osso). Se le gengive sono sane, la profondità del solco è di 1-2 mm; valori superiori ai 3 mm di profondità sono da considerarsi patologici e indicano la presenza di una parodontite in corso.
Il sondaggio parodontale viene eseguito per mezzo di sonde parodontali, che possono essere di due tipi: una dritta, che serve a misurare la perdita di supporto parodontale in senso verticale; una curva, chiamata sonda Nabers, impiegata per valutare la perdita di supporto orizzontale, in corrispondenza dell’area presente tra le radici dei molari (zona della forcazione).
Il sondaggio parodontale, insieme ad altri parametri diagnostici, sia clinici sia radiografici, consente di stabilire con precisione la gravità della malattia e quanto sarà complesso trattarla.
Quali parametri ci permette di misurare?
Oltre alla profondità delle tasche, il sondaggio parodontale permette di determinare altri parametri utili, come la perdita di attacco clinico (CAL). L’attacco clinico è la quantità di gengiva e osso attaccata alla radice del dente; in presenza di parodontite, la quantità di attacco clinico diminuisce: il livello varia in base alla progressione dell’infiammazione gengivale in atto.
Altri dati rilevanti per valutare il grado dell’infiammazione sono: l’indice di sanguinamento al sondaggio (BOP- bleeding on probing), espressione locale del grado di infiammazione dei tessuti che circondano i denti, e l’indice di placca, valore relativo alla presenza di placca batterica in corrispondenza di un dente. Inoltre, mediante sondaggio parodontale, è possibile individuare la presenza di recessioni gengivali e il coinvolgimento delle forcazioni.
Tutti questi parametri vengono raccolti all’interno della cartella parodontale, un documento di fondamentale importanza per definire lo stato di salute o malattia del paziente.
Quante volte viene eseguito il sondaggio parodontale?
Durante il percorso di cura parodontale, il sondaggio viene effettuato più volte con obiettivi differenti:
- una prima raccolta dei dati diagnostici viene eseguita all’inizio della terapia, allo scopo di identificare il numero di tasche parodontali presenti e la loro profondità, in modo da pianificare un approccio terapeutico preliminare adeguato.
- La seconda fase è quella della rivalutazione, in cui il sondaggio viene eseguito per confrontare i dati raccolti con quelli iniziali, valutando così gli obiettivi raggiunti o la necessità di ricorrere ad altre procedure di tipo correttivo.
- A seguito della chirurgia parodontale, il sondaggio viene effettuato ancora una volta, per valutare gli obiettivi raggiunti dopo l’operazione.
- Infine, quando il paziente entra nella fase della terapia di supporto, il sondaggio parodontale viene effettuato periodicamente, ad ogni richiamo, per escludere la presenza di possibili recidive.
L’importanza del sondaggio parodontale
La dimostrazione grafica delle tasche parodontali e dei denti compromessi, visibile grazie al sondaggio parodontale, permette di accrescere il livello di consapevolezza del paziente. È importante acquisire un ruolo attivo nella cura della propria bocca, focalizzando l’attenzione sulle pratiche di igiene orale quotidiana e sulle zone più danneggiate, procedendo con cautela.
Un’igiene orale attenta e costante, la regolare rimozione del tartaro e una dieta sana sono le misure principali per prevenire la parodontite. Intercettare i segni e i sintomi di gengivite o parodontite grazie a una diagnosi precoce significa poter intervenire tempestivamente e nella maniera più adeguata, arrestandone la progressione e mantenendo i propri denti il più a lungo possibile.
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