leucoplachia

Per leucoplachia si intende una lesione del cavo orale che appare come una macchia di colore prevalentemente biancastro a carico della mucosa orale.

La leucoplachia orale è una condizione abbastanza frequente: la prevalenza stimata nei paesi europei ammonta all’1.2%, mentre a livello mondiale si attesta attorno al 4%. Tuttavia, non sono disponibili dati epidemiologici estremamente precisi.

Caratteristiche

Tra le caratteristiche di questa lesione rientrano:

  • l’impossibilità di essere rimossa con una semplice garza;
  • l’assenza di una correlazione diretta con fattori traumatici;
  • la mancata risoluzione dopo l’eliminazione del trauma.

La leucoplachia della bocca può colpire tutte le sedi del cavo orale; per questo motivo possiamo trovarci di fronte a:

  • leucoplachia della lingua;
  • leucoplachia gengivale;
  • leucoplachia delle guance.
leucoplachia immagini

Esempio di leucoplachia

Cause e fattori di rischio

Le cause che conducono all’insorgenza della leucoplachia orale non sono ancora del tutto chiare, ma sembra esistere una correlazione con il fumo e l’alcol. In particolare, il fumo rappresenta un importante fattore di rischio: talvolta, infatti, queste lesioni migliorano dopo la sospensione di quest’abitudine dannosa.

La leucoplachia rientra tra i disordini potenzialmente maligni del cavo orale e può evolvere in forme tumorali maligne. Questo comporta la necessità di:

  • ottenere una diagnosi accurata;
  • tenere sotto controllo i fattori di rischio;
  • effettuare controlli periodici.

In ogni caso, non tutte le forme di leucoplachia sono gravi o rappresentano un problema allarmante: alcune di queste lesioni biancastre, infatti, possono essere provocate da cronici traumatismi della mucosa contro strutture dure, come protesi, apparecchi ortodontici o i denti stessi. Queste condizioni, che potrebbero facilmente allarmare in un primo momento, vengono definite ipercheratosi frizionali e, fortunatamente, non presentano alcun rischio di trasformazione maligna.

Leucoplachia: sintomi

Generalmente, la leucoplachia della bocca si presenta in forma asintomatica e non causa alcun tipo di deficit funzionale; per questo motivo, spesso, viene casualmente individuata durante visite odontoiatriche di routine o sedute di igiene dentale.

L’unica complicanza, purtroppo molto severa, di questa lesione è la possibilità di dare origine a un cancro orale. La percentuale di pazienti che manifestano questa complicanza non è mai stata chiarita e gli studi disponibili riportano una grandissima variabilità (dall’1 al 40%).

Alcune caratteristiche sono associate a un rischio più elevato di trasformazione della lesione, come:

  • il sesso – le donne sembrano essere più esposte al rischio rispetto agli uomini;
  • l’età – i soggetti over 60 presentano un rischio più elevato. Tuttavia, è importante considerare che nei soggetti giovani il tempo di esposizione al rischio di trasformazione è più lungo;
  • le caratteristiche cliniche della lesione – le forme non omogenee espongono il paziente a un rischio più elevato;
  • le dimensioni della lesione – lesioni più estese aumentano il rischio di complicazioni;
  • la localizzazione della lesione – il carcinoma orale, tumore maligno che colpisce la bocca, si sviluppa, di frequente, in zone specifiche, come bordo e ventre della lingua, pavimento della bocca e guancia.

Leucoplachia: a chi rivolgersi?

La figura di riferimento per lo screening e l’identificazione della leucoplachia è l’odontoiatra. Una volta identificate le caratteristiche essenziali della lesione, è importante che il professionista escluda altre condizioni che si manifestano in modo analogo.

Per una diagnosi accurata è essenziale effettuare una biopsia, ossia il prelievo di un piccolo campione di tessuto dalla zona interessata. Questo esame medico viene eseguito sia negli studi odontoiatrici, sia in centri ospedalieri specializzati, in cui lo specialista che si occupa di disordini potenzialmente maligni del cavo orale è chiamato medico o patologo orale.

Leucoplachia: cura

Gli approcci terapeutici proposti per la leucoplachia comprendono la chirurgia, ma anche cure non chirurgiche. L’obiettivo primario del trattamento della leucoplachia è preventivo: occorre ridurre o eliminare il rischio di trasformazione neoplastica.

L’escissione chirurgica della lesione si basa sul principio che la rimozione completa ne rappresenti il trattamento ideale: questo approccio rimane la prima scelta di molti specialisti, soprattutto in caso di lesioni poco estese, compatibili con un intervento non troppo invasivo; tuttavia, non sempre è praticabile un approccio così radicale e, in alcuni casi, non garantisce una risoluzione completa del problema.

I trattamenti medici prevedono il riscorso a farmaci assunti per via orale o applicati localmente. Purtroppo, nessuno di questi trattamenti ha dimostrato un’efficacia significativa nel ridurre il rischio di trasformazione maligna, mentre gli eventi avversi non sono rari. Per questo motivo, è necessario associare a questi trattamenti un piano di sorveglianza attiva delle condizioni orali del soggetto affetto da leucoplachia, a tempo indeterminato.

La sorveglianza attiva comincia con una comunicazione efficace con il paziente sulla natura della leucoplachia e sul rischio a essa associato: questo approccio mira a stabilire un’alleanza tra medico e paziente, al fine di organizzare una regolare pianificazione delle visite di controllo. La frequenza di tali visite dipenderà dalla valutazione del rischio, concordata tra medico e paziente in base alle specifiche condizioni del caso.

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