parodontite stress

Problemi quali ansia, stress e depressione, che a volte divengono una vera e propria patologia, causano spesso disturbi del sonno e possono contribuire al peggioramento clinico dei problemi gengivali quindi della Parodontite. Cerchiamo di chiarire alcuni concetti rispondendo a qualche domanda?

Cosa è lo stress e perché si manifesta?

Lo stress è una risposta psicofisica a richieste anche molto diverse tra loro, di natura emotiva o pratica, cognitiva o sociale, che la persona percepisce in un determinato momento come eccessive. Lo stress di per sé non è negativo perché non è altro che un meccanismo di difesa del nostro organismo concepito per far fronte a piccole e grandi emergenze conferendoci una maggiore resistenza. Durante le situazioni stressanti, infatti, l’organismo produce il cortisolo, un ormone che permette di avere a disposizione maggiori quantità di energia, e libera adrenalina: migliori prestazioni fisiche e maggiore prontezza  spesso le reazioni positive. In base però alla durata dell’evento stressante è possibile distinguere due tipi di stress: se lo stimolo si verifica una volta sola o ha una durata limitata  nel tempo si parla di ‘stress acuto’, se invece la fonte di stress perdura nel tempo si parla di ‘stress cronico’. Quest’ultimo, durando a lungo, può coinvolgere diverse sfere del vissuto quotidiano e spesso costituisce un possibile ostacolo al perseguimento degli obiettivi personali.

Parodontite e stress: quali modifiche al livello del sistema immunitario intervengono?

Spesso le condizioni stressanti risultano nocive per l’individuo, portano ad un abbassamento delle difese immunitarie e si parla quindi di distress. In altri casi, invece, gli stressors sono benefici, poiché favoriscono una maggior vitalità dell’organismo e si parla allora di eustress. Lo stress quindi se è uno degli stimoli più importanti in grado di attivare il sistema immunitario, quando prolungato nel tempo espone il soggetto al rischio di alterazione del numero e del tipo di globuli bianchi presenti nel sangue e, nei tessuti può  portare alla modifica della qualità e della quantità delle sostanze “difensive” prodotte, ad esempio gli interferoni e le citochine, causando una compromissione generale della capacità di difesa dall’organismo nei confronti di virus, batteri ed altri agenti patogeni.

È anche stato dimostrato che lo stress prolungato o molto intenso altera la composizione della popolazione microbiche naturalmente presente nell’organismo a sfavore della flora batterica endogena protettiva. Questo accade anche nel cavo orale dove questo delicato equilibrio influenza direttamente la probabilità si sviluppare gengivite, parodontite e patologia perimplantare.

Che modifiche “odontoiatriche” può implicare?

A livello gengivale il potenziale peggioramento da stress è dovuto sia a fattori diretti che a fattori indiretti. Tra i fattori diretti vi è una condizione comportamentale del soggetto stressato che spesso lo porta ad alterare in senso negativo gli stili di vita:

  • aumento del numero di sigarette fumate;
  • diminuzione dell’attenzione alle corrette manovre di igiene orale domiciliare.

Spesso accade che i soggetti, anche per solitudine o isolamento sociale, non si presentino alle periodiche sedute di igiene e profilassi e non seguano correttamente le indicazioni per le cure consigliate. Tutti questi fattori aumentando l’infiammazione come dimostrato scientificamente in diversi studi pubblicati in occasione di periodi bellici, di terremoti o tsunami. In questi periodi, così come nel trimestre del lockdown per esempio, la malattia parodontale sembra aggravarsi, possono aumentare il sanguinamento e la mobilità dei denti, quindi la parodontite progredire.

I fattori indiretti sono quelli invece correlati al sistema immunitario cioè al fatto che la situazione prolungata di distress provoca modifiche ormonali e umorali nell’organismo che portano l’individuo ad essere maggiormente suscettibile ad ammalare di malattia parodontale e a veder variare il microbiota dell’organismo, della bocca e del solco o tasca parodontale.

Curare la parodontite migliora lo stress?

Nei casi di Parodontite grave e generalizzata di stadio III e IV quando l’intera dentatura del paziente è a rischio, i denti sono mobili, la capacità masticatoria viene meno e l’estetica del soggetto risente degli spostamenti dei denti, spesso il paziente perde la fiducia nelle proprie risorse, non reagisce alla situazione in peggioramento e non elabora una risposta e un comportamento razionali in senso decisionale verso l’attuazione di adeguate cure odontoiatriche. Se si manifesta ciò il soggetto è purtroppo destinato a perdere la maggior parte della dentatura. Quando invece il paziente, incontrando le figure professionali adeguate (Igienista-Odontoiatra- Parodontologo) giunge alla decisione di mettere sotto controllo infezione e mobilità dei denti. In questo modo, matura un cambio di prospettiva che gli permette di tornare a relazionarsi con amici e conoscenti, di interagire con il sociale e di recuperare fiducia e benessere. Solo in questo modo sarà in grado da un lato di diminuire lo stress beneficiando di un miglioramento degli effetti diretti e indiretti sulle gengive, dall’altro di elaborare la necessità delle terapie più complesse quasi sempre necessarie nei casi gravi.

È stato valutato che la sola terapia non chirurgica è infatti in grado di modificare i parametri di qualità di vita del soggetto.

 


Leggi anche